Dopo aver affrontato i fondi e le salse, credo sia arrivato il momento di addentrarci nella cucina “vera e propria” (manco fosse una giungla 🙂 ) e affrontare il fantastico mondo dei PRIMI.
Tra i primi piatti possiamo annoverare le minestre, le paste, la polenta, il riso, le crepes salate e gli gnocchi, dei quali vi parlerò in questo Martedì.
La parola gnocco ha un’origine incerta ed è probabile che derivi dalla stessa radice longobarda della parola nocca: quindi una specie di piccolo nodo?
La parola non ci aiuta molto nella definizione dell’alimento, perché se in effetti potrebbe corrispondere all’idea universale di “gnocchi di patate” con la loro tipica forma simile ad una nocca, si va a scontrare con tutte le altre tradizioni di gnocchi.
Sì perché c’è da ricordare che le patate sono state adottate nell’alimentazione Europea solo alla fine del 1700, complice una incomprensione su quale parte della pianta mangiare.
E così nella cucina si possono trovare gnocchi di verdure, gnocchi di pane, gnocchi di riso, gnocchi di pasta choux e gnocchi di semolino, tutti dai colori e forme differenti.
Lo gnocco infine è tradizionalmente un cibo pre o post giorno di magro, dato la sua ricchezza sia nella fattura che nell’eventuale condimento.
Io ho usato della semola di grano duro specifica per semolino (o per gnocchi, c’è scritto sulla confezione), ma esistono semole per semolino anche di riso e di farro.
A Roma gli gnocchi di semolino vengono preparati di giovedì e prendono appunto il nome “alla romana”, mentre una loro versione con l’aggiunta di purea di spinaci nell’impasto è denominata “alla fiorentina” (il perché poi un alimento a cui si aggiungono degli spinaci si trasformi in un piatto fiorentino, mi sfugge!).
Un’altra variante rispetto ai tradizionali gnocchi di patate è il metodo di cottura: quelli di semolino di solito vengono gratinati al forno e non bolliti.
Per la lavorazione chi avesse un tavolo di marmo (per intenderci quello che si usa anche per il cioccolato) non esiti a usarlo: il raffreddamento sarà più uniforme e la manipolazione migliore.
Valeria
Ingredienti per 2-3 persone
- 500ml di latte
- 100g di semola per semolino
- 35g di burro
- 40g di parmigiano grattugiato
- 1 tuorlo
- sale
- noce moscata
- olio
Mettere in una casseruola il latte, con un po’di sale, noce moscata a gusto e 35g di burro.
Portare a ebollizione mescolando per far fondere tutti gli ingredienti.
Togliere dal fuoco e versare a pioggia la semola.
Mescolando in continuazione con una frusta per non formare grumi.
Rimettere sul fuoco, lasciar sobbollire per 10 minuti a fuoco bassissimo, continuando a mescolare.
Togliere nuovamente dal fuoco, unire il tuorlo e 30g di parmigiano grattugiato…
…mescolando con un cucchiaio di legno.
Ungere un tavolo di marmo o una teglia e, con un mattarello anch’esso unto, stendere il composto fino al raggiungimento dello spessore di 1 cm.
Spolverate la superficie con il restante parmigiano e lasciate raffreddare completante il composto.
Con un taglia pasta/biscotti del diametro di circa 5cm ricavate dei dischi regolari dall’impasto che nel frattempo si sarà rassodato.
Ecco i vostri gnocchi di semolino da cuocere e condire a piacimento.
E dei ritagli che me ne faccio, penserete? Niente paura!
Di solito, come abbiamo detto, gli gnocchi sono gratinati al forno: sistemate i ritagli sul fondo della pirofila e gli gnocchi in cima. Sostanza e apparenza tutto in uno! 😉
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