Variare vuol dire anche sperimentare buttandosi in sostituzioni a volte un po’ folli: è successo con questo pane che da già gustoso, ma tradizionale, è diventato un tripudio di gusto, quasi a essere un pasto esso stesso.
Il succo di carote, che io mi autoproduco con l’estrattore di succo, ma che è facilmente acquistabile anche nei negozi BIO o nei grandi supermercati, dona a questo pane oltre a un allegro color arancione, anche un gusto particolare ed erbaceo.
La farina di avena invece dona la trama compatta, che lo rende perfetto da tagliare, e un guizzo di proteine vegetali.
Infine l’energia dei semi di girasole, oltre alla loro croccantezza. 😉
Trovo che questo pane si sposi perfettamente con i piatti di verdure: sia così com’è che sotto forma di crostini; ma potete decidere anche di sperimentare, sfruttando la sua superficie compatta, spalmandolo di paté di olive o altre salse saporite.
Ho deciso di abbinare questo pane a un tè giapponese, ma dal sapore cinese: il Japan Yonkon che con le sue note erbacee, ma dolci ben si sposa con la complessità del preparato.
Alba propone in abbinamento un A.A. Sylvaner, vino bianco dal sorso cremoso cadenzato da sferzate acido-sapide ed un’eco di agrumi e minerali.
Valeria
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