Tè verde giapponese pensato come un bene raffinato e di lusso.
Si distingue da un più comune Sencha per il metodo di coltivazione: minimo due settimane prima della raccolta, le piante vengono rivestite in modo da farle crescere in ombra.
Con questo procedimento (già in uso dalla seconda metà del 1500 d.C.) l’astringenza diminuisce, donando un sapore più dolce al liquore, mentre il livello di teanina aumenta.
Per produrre il Gyokuro si usano specifiche cultivar denominate Asahi (presa qui in considerazione), Yamakai, Okumidori e Saemidori.
Il nome Gyokuro venne dato dall’azienda Yamamotoyama che ne codificò il metodo di coltivazione divenendo il prototipo di eccellenza.
Nel villaggio di Hoshino (distretto di Yame, prefettura di Fukuoka) si produce il Gyokuro in modo tradizionale:
- Le piante non vengono potate;
- La copertura avviene con paglia di riso intrecciata e non con i teli di plastica neri;
- La raccolta è a mano;
Per godere appieno la delicatezza del Gyokuro è bene seguire delle regole d’infusione che ne esaltano la dolcezza:
- Invece di 2gr a persona se ne usano 4gr per un massimo di 120ml;
- La temperatura dell’acqua va abbassata fino a 50°- 40°C;
- Il tempo d’infusione aumentato fino a 2,5 – 3 minuti;
- Usare tazze piccole (circa 20ml);
- E’ importante preriscaldare sia la teiera che le tazze, per preservare il calore durante tutto il processo.
Provate il gyokuro in abbinamento con piatti a base di pesce e crostacei dalla tendenza dolce, formaggi molli come il Camembert, tartine con il fegato, ma anche cioccolato al 35% e frutta dall’alto contenuto zuccherino come i datteri.
Se la qualità del tè è elevata, finite le infusioni è possibile mangiare le foglie dopo averle marinate con della salsa ponzu.
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