Uno dei più rinomati, e quindi copiati, tè profumati cinesi.
Originario del Fujian in Cina ha, come tutti i tè, gradazioni di eccellenza e viene commerciato con vari nomi (cinesi, inglesi o ibridi) che non fanno molta chiarezza:
- Mòlìhuā lóngzhū – Jasmine Pearl
- Lóngzhū – Dragon pearl
- Mólì zhēnzhū
- Yǐnhào lóngzhū
E’ un tè verde dalla lunga lavorazione che richiede tempo e pazienza: in primavera, il germoglio e le prime due foglie vengono raccolti e lavorati a mano nei vari passaggi fino a dargli una forma sferica, simile ad una perla.
Durante l’estate, queste perle vengono messe nottetempo a contatto con i fiori del Jasminum sambac (specie di gelsomino famosa per il suo aroma e utilizzata alla corte toscana dei Medici per profumare la cioccolata) in modo che le foglie ne assorbano la fragranza. Le perle e i fiori poi vengono divisi, sempre manualmente (calcolando che i fiori sono il 40% del volume totale si può capire l’intenso lavoro), e la notte dopo rimessi assieme.
Questa operazione può essere svolta fino a 10 volte: più le foglie sono rimaste a contatto con i fiori più il tè viene considerato pregiato.
La struttura si presta perfettamente a più infusioni, in modo che le foglie si possano aprire, mentre il gelsomino è considerato un fiore calmante, tanto che degustare il Jasmine Pearl diventa un momento di relax e meditazione.
Consiglio di usare poche perle per tazza (circa 2-3 gr) acqua a 75 – 80°C per 40 secondi con infusioni ripetute.
Il tempo d’infusione varia in realtà dal gusto e dalla volontà di sentire immediatamente forte l’aroma di gelsomino.
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